TEDxTorino ha intervistato Lele Rozza, speaker a This must be the place con un talk dal titolo “I nani sulle spalle dei giganti non dovrebbero passare il tempo a guardarsi l’ombelico“
Ci racconti in poche frasi cosa sta significando per te essere relatore di TEDxTorino?
Conosco il format TED e TEDx e li seguo da tempo. Mi pare un ottimo modo di raccontare il mondo che ci piacerebbe abitare. Sono molto lusingato di essere coinvolto in questa iniziativa.
E’ un lavoro affascinante provare a prendersi la responsabilità di raccontare la mia visione a così tante persone. Una bella sfida.
Cosa ti aspetti dalla giornata del 29 gennaio?
A giudicare dall’organizzazione e dall’interesse dei relatori mi aspetto una giornata ricca e interessante. Un momento in cui provare a immaginarsi un mondo che ci somigli un po’ di più.
Pensando a ciò che racconterai sul palco di TEDxTorino ma immaginando di essere su una ribalta simile tra dieci anni, cosa ti piacerebbe poter raccontare?
Nel mio talk provo a tratteggiare il cambiamento. Stiamo vivendo un tempo convulso che ha bisogno di parole nuove e nuovi angoli di visuale. Dieci anni mi sembra un tempo giusto per immaginare che le cose che dico oggi siano diventate ovvie e superate. Mi piacerebbe poter raccontare che il nostro progetto di rigenerazione urbana è un progetto di successo.
Qual’è la prossima sfida che dovrai affrontare?
Nella mia vita professionale nel breve periodo ci sono due snodi piuttosto importanti: il master “Pratiche dell’innovazione sociale” che stiamo attivando all’Altiero Spinelli a Milano, è un percorso di grande interesse a cui sto lavorando con impegno. Il secondo aspetto è Change: un progetto di rigenerazione urbana ai piedi della valli Pellice Chisone e Germanasca su cui ho scommesso parecchio. E’ un periodo in cui non mi faccio mancare nulla.
Giochiamo allo “speed date delle idee”, scorrendo gli altri ospiti di TEDxTorino con chi ti piacerebbe fare una chiaccherata durante la conferenza?
Mi piacerebbe avere molto molto più tempo. I relatori sono tutti di grande interesse, confesso di avere almeno una domanda per ciascuno.
Il 29 avrai l’occasione di essere avvicinato da coloro che hanno assistito al talk, c’è una domanda che ti piacerebbe ti facessero?
Non ne ho la minima idea, sono curioso di vedere l’effetto che fa.
This must be the place? Quali sono tre parole importanti che contraddistinguono quello che dovrebbe essere II POSTO secondo te?
Persone, morbido, prospettiva.
Quale oggetto non può mancare nel TUO POSTO?
Un tavolo grande con delle seggiole comode (si lo so, sono due, ma secondo me vale lo stesso).
Ci consigli un libro che per te è stato fondamentale o illuminante?
“Le riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale” di Simone Weil, ma nel talk parlerò anche di Watzlawich.