Nel centro di Torino, all’interno del Quadrilatero Romano, sorgono i resti di un’imponente costruzione romana risalente ai tempi di Julia Augusta Taurinorum
Il Quadrilatero Romano, la zona occidentale del centro storico di Torino delimitata da via della Consolata, Corso Regina Margherita, via XX Settembre e via Santa Teresa, è senza dubbio una delle aree più frequentate della città.
Il mercato di Porta Palazzo, uno dei mercati all’aperto più grandi di tutta Europa, il Balòn, il famoso mercato delle pulci, il largo IV Marzo con le numerose piole che offrono prodotti tipici della cultura culinaria piemontese, attirano giornalmente migliaia di persone.
Anche dal punto di vista storico e culturale il Quadrilatero Romano ci offre l’imbarazzo della scelta: si passa dai Musei Reali, al Santuario della Consolata, dalla Cattedrale di San Giovanni Battista alla Cappella della Sacra Sindone.
Il nome di questa area è un chiaro rimando all’importanza centrale che essa ha rivestito fin dalla fondazione di Julia Augusta Taurinorum, la colonia romana attorno al quale si è sviluppata la città di Torino .
Al centro di essa, perfettamente conservata dopo oltre 2000 anni, si ergono le Porte Palatine.
L’origine del nome
Le Porte Palatine, nome comune col quale sono riconosciute ma, in realtà, pluralizzazione errata, sono ciò che rimane della Porta Principalis Dextera e cioè la Porta Palatina, una delle quattro porte della cinta muraria della città di Julia Augusta Taurinorum, quella che conduceva all’ingresso occidentale della città.
Il nome deriva dalla vicina Palatium, antica sede del Senato, della Curia e dell’Amministrazione Civica, e successivamente sede dei sovrani longobardi, che pare sorgesse nel vicino Largo IV Marzo e di cui non sono state rinvenute tracce.
Il modello romano
Torino, in quanto possedimento romano, non si esime dal modello classico di centuriazione romana, uno schema urbanistico geometrico che divideva la città con l’aiuto di riga e squadra, delimitando le colonie di insediamento.
Una volta individuato il centro, da esso venivano tracciati due assi stradali perpendicolari, il cardo e il decumano, che formavano lo scheletro della città, e agli estremi dei due viali principali venivano costruite le quattro porte di accesso alla città.
A Torino questa struttura è chiaramente riconoscibile dando una rapida occhiata alla cartina, ed è il motivo per cui la circolazione e l’orientamento al suo interno sono estremamente agili e intuitivi.
Mentre il decumano corrisponde all’attuale via Garibaldi, il cardo percorre via San Tommaso e via Porta Palatina fino ad attraversare quest’ultima. Da questo ingresso vi passavano tutti gli scambi con le città di Ticinum, oggi Pavia, e Mediolanum, Milano, e quindi i collegamenti con il nord.
Il prestigio della zona è confermato dalla presenza di un teatro risalente addirittura al 13 a.C. e ristrutturato a più riprese fino al suo smantellamento, nel IV secolo, e da un anfiteatro per il combattimento dei gladiatori, distrutto per ordine del governatore francese Martino Du Bellay, subentrato ai sabaudi, alla fine del XVI secolo.
Per fortuna, in occasione dei Giochi Invernali del 2006, l’intera area circostante le Porte Palatine è stata ridisegnata su commissione del Comune di Torino e rappresenta oggi una delle più antiche testimonianze storiche della civiltà romana, risalente al I secolo a.C. , oltre a rappresentare uno dei monumenti meglio conservati a livello europeo.
”Siamo di fronte a il più antico, grandioso e meglio conservato monumento del genere in tutto il mondo romano, più importante perciò delle stesse Porte di San Paolo e San Sebastiano a Roma, della Porta dei Corsari a Verona, della Porta Nigra di Treviri, della Porta Augustea di Nimes.”
Marziano Bernardi