Del TEDxTorinoSalon Alter Eco a tema Economia Circolare del 18 novembre scorso, mi resta la felicità dell’incontro con quattro speaker che mi hanno trasmesso l’amore per il loro lavoro e una domanda.
Il format di TED è uno strano ed efficace miscuglio che punta a suscitare in coloro che assistono ai talk il desiderio di approfondire gli argomenti trattati e la voglia di mettersi alla prova nel proprio contesto e con le proprie risorse.
L’idea da cui eravamo partiti nel gruppo che l’ha ideato insieme agli organizzatori, era di costruire un evento che approfondisse il tema dell’economia circolare, di cui avevo ragionato io con uno dei talk il 29 gennaio scorso.
Economia Circolare: riflessioni e relazioni con l’inclusione sociale
I 4 speaker e il taglio dei loro interventi lasciava ampia possibilità di riflessione e di attivazione a tutti. Si parlava del ruolo delle città, della relazione tra economia circolare ed inclusione sociale, di innovazione nel settore industriale dell’edilizia, di come si sta muovendo la città di Amsterdam verso il suo futuro circolare.
Ero e sono curioso, quindi, di capire che tipo di reazioni avrebbero suscitato gli interventi. Mi ha molto colpito la reazione a caldo di uno degli ospiti, una persona intelligente, stimabile, di cui condivido alcuni pensieri e obiettivi. Mi dice che è contento perché gli interventi confermano che bisogna agire sulla prevenzione dei rifiuti. Io resto di sasso e qui provo a dire perché.
Il concetto di economia circolare
Il concetto di economia circolare esprime una visione. Invita a immaginare un futuro dove oggetti e servizi sono progettati e costruiti non intaccando ulteriormente le nostre riserve di minerali e prestando attenzione all’utilizzo delle risorse rinnovabili. In questo modo non si pregiudica l’equilibrio delle condizioni di vita.
Rifiuti: come l’economia circolare può prevenirne la sovrapproduzione
Il concetto di prevenzione nella produzione dei rifiuti è un concetto molto importante, strategico per la UE e per tutti i paesi che ne fanno parte, è coerente con i principi dell’economia circolare, ma non è una visione. Vuol dire che deve guidare le azioni specifiche dei paesi, delle regioni e delle città, rispetto al tema dei rifiuti, ma siccome non permette di perseguire una visione ampia e motivante, non può essere un concetto utilizzabile nella comunicazione con il cittadino. Il motivo a me appare semplice: la prevenzione sta nel frame della malattia, della paura, del problema da risolvere.
L’economia circolare come futuro e innovazione
L’economia circolare istituisce un frame che contiene l’innovazione, il futuro, il senso di possibilità. Se confondiamo i due piani va a finire che tutte le nostre buone intenzioni invece di guidare il cambiamento finiscono per mortificarlo.
Penso, qui come persona che riflette e studia per costruire un futuro migliore e come militante che la distinzione dei piani su cui si agisce, dei linguaggi che si utilizzano, delle azioni che si mettono in campo, sia fondamentale e da approfondire.
Presentare ai propri cittadini l’azione della città di Amsterdam, che istituisce i Circular hub, come ha raccontato Sladjana Mjiatovic, dove i cittadini e le attività produttive e commerciali sono chiamate a inventare e far vivere un mondo nuovo, sia molto più potente che presentare un’azione, per quanto meravigliosa e ben fatta, dedicata alla riduzione dei rifiuti.
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