Guido Avigdor, sarà uno degli speaker di This must be the place. In vista del suo intervento il 29 gennaio ha rilasciato qualche anticipazione sulle sue aspettative e il motivo che lo ha spinto a partecipare.
In qualità di imprenditore e pubblicitario racconterà la sua esperienza e i suoi inizi.
Ci racconti in poche frasi cosa sta significando per te essere relatore di TEDxTorino?
Essere per una volta dall’altra parte. Su TED ho scoperto di tutto e imparato molto, è un piacere immenso pensare di poter passare qualche cosa che mi appartiene a tutti gli altri amanti di TED.
Cosa ti aspetti dalla giornata del 29 gennaio?
Di scoprire, come sempre con TED, storie e persone inaspettate, punti di vista inusuali, abilità nascoste.
Pensando a ciò che racconterai sul palco di TEDxTorino ma immaginando di essere su una ribalta simile tra dieci anni, cosa ti piacerebbe poter raccontare?
Di esserci ancora e di avere di nuovo cambiato tutto.
Qual è la prossima sfida che dovrai affrontare?
Convincermi che quello che ho da dire e condividere sia di un minimo interesse.
Giochiamo allo “speed date delle idee”, scorrendo gli altri ospiti di TEDxTorino con chi ti piacerebbe fare una chiacchierata durante la conferenza?
Molti. Slavina, prima di tutto. Boggia e Denitto, Florinda Saieva oltre a coloro che ho avuto già la fortuna di conoscere e a quelli che mi stupiranno il 29.
Il 29 avrai l’occasione di essere avvicinato da coloro che hanno assistito al talk, c’è una domanda che ti piacerebbe ti facessero?
Lo voglio fare anche io, mi aiuti?
This must be the place? Quali sono tre parole importanti che contraddistinguono quello che dovrebbe essere II POSTO secondo te?
Apertura. Dubbio. Follia.
Quale oggetto non può mancare nel TUO POSTO?
Qualsiasi cosa aiuti a mangiare.
Ci consigli un libro che per te è stato fondamentale o illuminante?
Da TED, Il vantaggio della felicità – di Achor Shwan.