Formatore manageriale e coach, questo è Antonio Castagna. Vive di dinamiche relazionali e di negoziazione nei gruppi di lavoro. Ha scelto This must be the place per raccontare il valore dell’economia circolare e i suoi benefici. Ai suoi interessi aggiunge, tra l’incredulità di quanto gli accade intorno, l’entusiasmo dell’incontro con gli altri relatori, lo scambio di idee e la promozione di progetti ritenuti “fighi”.
Ci racconti in poche frasi cosa sta significando per te essere relatore di TEDxTorino?
“Bello! Figo! Ma dai, io? Traducendo: una cosa molto bella che sta capitando giusto a me.”
Cosa ti aspetti dalla giornata del 29 gennaio?
“Di fare un viaggio tra idee che possono arricchire il mio sguardo e che facciano venire voglia di approfondire cose che non pensavo. Di incontrare persone e sguardi curiosi.”
Pensando a ciò che racconterai sul palco di TEDxTorino ma immaginando di essere su una ribalta simile tra dieci anni, cosa ti piacerebbe poter raccontare?
“Nel 2017 abbiamo cominciato a immaginare la transizione verso l’economia circolare. Da quelle prime visioni, cariche di speranza, ingenue, spesso foriere di errori, sono nate esperienze che ci fanno dire, ora che siamo nel 2027, che la capacità di produrre valore risparmiando materia ed energia in Europa e in occidente è ormai talmente alta da cominciare a cambiare gli equilibri mondiali. Niente più guerre per il petrolio, l’acqua o altre risorse del sottosuolo. Ora la battaglia è sulla qualità della vita e tutti i grandi blocchi mondiali cercano di strapparsi di mano gli uni con gli altri gli scienziati, i ricercatori, le innovazioni. C’è molta inquietudine nell’aria e grande speranza nel futuro e questo è bello. Come sempre, le grandi teorie, quando diventano dominanti, cominciano a generare effetti imprevisti e sgradevoli. Non sappiamo ancora quali saranno gli effetti imprevisti dell’affermazione del paradigma dell’economia circolare, ma non è per questo che dobbiamo abbandonarlo. Come quando abbiamo scoperto gli effetti negativi dell’abuso di antibiotici, non è che per questo abbiamo disconosciuto in toto la medicina moderna. Basta solo non confondere la speranza con la fede e allora impareremo anche a difenderci dal lato in ombra che ogni nuova luce porta con me.”
Giochiamo allo “speed date delle idee”, scorrendo gli altri ospiti di TEDxTorino con chi ti piacerebbe fare una chiacchierata durante la conferenza?
“Vorrei provare a rubare a Florinda Saieva i trucchi per fare i miracoli (mi rendo conto che chiamare miracolo la trasformazione di Favara in polo culturale e turistico globale è un po’ sminuente, ma fatico a trovare parole più appropriate).”
Il 29 avrai l’occasione di essere avvicinato da coloro che hanno assistito al Talk, c’è una domanda che ti piacerebbe ti facessero?
“Se avessi l’occasione di sperimentare e mettere in pratica le tue idee, qual è l’impresa a cui vorresti dare vita?”
This Must Be The Place? Quali sono tre parole importanti che contraddistinguono quello che dovrebbe essere IL POSTO secondo te?
“Difficile, vivace, con il mare (a Torino c’è quasi tutto).”
Quale oggetto non può mancare nel TUO POSTO?
“Le scarpe da runner.”
Ci consigli un libro che per te è stato fondamentale o illuminante?
“Verso un’ecologia della mente, di Gregory Bateson. Un elisir di inquietudine perpetua (sempre che vi piaccia l’inquietudine).”