Alzi la mano chi non ha mai usato l’alfabeto farfallino: questo semplice gioco è in realtà un esempio, per quanto rudimentale, di codice segreto.
Siamo abituati a pensare che, quando si comunica, la cosa più importante sia sempre di farsi capire dal proprio interlocutore, e questo nella maggior parte dei casi è certamente vero.
A volte però, non farsi capire è ancora più importante.
Il più antico codice segreto che si conosca è contenuto nella Bibbia, ed è noto come “Atbash”. Si tratta di un semplice cifrario in cui la prima lettera dell’alfabeto ebraico (Aleph) viene sostituita con l’ultima (Taw), la seconda (Beth) con la penultima (Shin) e così via: il termine “Atbash” deriva appunto dall’unione di queste quattro lettere.
Un altro esempio di cifrario antico è il cosiddetto “cifrario di Cesare”, che prende il nome proprio da Giulio Cesare: pare, infatti, che il grande generale romano lo usasse per proteggere le proprie comunicazioni private.
Venendo ai giorni nostri, il codice segreto più famoso della storia moderna è purtroppo legato a una delle sue pagine più buie: si tratta infatti del celebre codice Enigma, usato dai nazisti per criptare le proprie comunicazioni durante la Seconda guerra mondiale.
Fortunatamente, grazie agli sforzi dell’intelligence polacca prima e inglese poi, gli Alleati riuscirono a trovare la chiave per decifrare le comunicazioni dell’esercito tedesco.
Esistono però dei codici che a tutt’oggi restano indecifrati.
Uno degli esempi più discussi è senz’altro il misterioso Manoscritto di Voynich, che deve il suo nome al mercante d’arte polacco Wilfrid Voynich, il quale lo acquistò dall’ordine dei Gesuiti di Frascati nel 1912.
Finora nessuno è riuscito a identificarne la lingua, dato che i caratteri con cui è scritto non corrispondono a quelli di nessun alfabeto noto o storicamente documentato.
Questa stranezza ha fatto sorgere molti dubbi circa la sua autenticità: c’è, infatti, chi sospetta che si tratti di un falso creato ad arte, e chi ritiene sia semplicemente un divertissement filosofico scritto in una lingua inventata, dato che il testo è accompagnato da illustrazioni che spaziano dalla botanica all’astronomia.
C’è poi chi, specie negli ultimi anni, si è cimentato con l’enigma di Voynich e sostiene di averlo risolto.
Uno dei tentativi più promettenti in questo senso risale al 2016, quando un team di ricercatori canadesi aveva annunciato di aver scoperto, grazie a un software di intelligenza artificiale opportunamente addestrato, che la misteriosa lingua fosse in realtà l’ebraico. Peccato che, una volta traslitterato, il testo avesse ben poco senso.
È solo dell’anno scorso invece la notizia dell’identificazione della lingua di Voynich con il fantomatico idioma protoromanzo, tesi prontamente smentita da più parti.
Esiste poi una categoria particolare di testi senza senso, i cosiddetti “testi segnaposto”, ovvero quelle stringhe di caratteri, più o meno casuali, che vengono usate in tipografia per simulare l’effetto di un testo reale.
Tra questi, il più famoso è senz’altro il Lorem Ipsum.
Malgrado la sua popolarità, sull’origine storica del Lorem Ipsum non c’è consenso. Secondo alcuni sarebbe stato inventato nel XVI secolo, anche se le prime attestazioni del suo utilizzo in tipografia e in editoria risalgono agli anni sessanta del secolo scorso. In particolare, la sua fortuna è legata a una campagna pubblicitaria dell’azienda Letraset, che lo usò per promuovere il suo prodotto di punta, i famosi “trasferelli”.
Quel che sembra certo, invece, è la sua origine testuale: pare infatti che il Lorem Ipsum derivi da un passo dell’opera “De finibus bonorum et malorum” di Cicerone, da cui sono state estrapolate parole e sillabe in modo da restituire l’impressione di un testo vero e proprio, ancorché privo di senso compiuto.
Una curiosità: il Lorem Ipsum è anche la lingua di fantasia parlata da uno dei personaggi nati dalla penna dello scrittore gallese Jasper Fforde.
Insomma, non sarà misterioso quanto il manoscritto di Voynich, ma anche il Lorem Ipsum ha senz’altro una storia affascinante!
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